ANIMA LI al festival del Teatro di Mantova

Anima Li
Interazione tra videoproiezioni e performance

da un’idea di Roberto Pavani, Enrica Provasi, Federico Ferrari e Diego Devincenzi

Anima Li. Davanti a mangiatoie e schermi che impartiscono stimoli. Soli, staccati come isole. Viaggio attorno ad un cubo/idololo, come nel kubrikiano 2001 odissea nello spazio. Cubo su cui si proiettano ansie sociali, ansie animali. Capovolte e rivoltate. Cambiare il punto di vista a volte ci permette d’intravvedere cosa c’è all’altro capo di noi stessi.

Una comunità che non sente più la necessità di unirsi. Esseri identici, sempre più identici, e stabili, come deve essere il mondo.

Non c’è civiltà senza stabilità sociale. Non c’è stabilità sociale senza stabilità individuale.
STABILITA’- IDENTITA’- SICUREZZA
Amare ciò che si deve amare. Riscrivere la Storia cancellandola senza pudore. La mente che giudica, desidera e decide solo ciò che è già stato deciso

Non in una comunità conformata alla consuetudine.
Non in una situazione di apparente ordine morale.
Non in una condizione di assoluto controllo.
L’uiniverso del caos, di fatto domina il profondo dei nostri istinti.
Anima Li. Conflitto fra afflato ideale e il saziamento degli istinti animali primordiali.
Cibo.Dominanza sessuale. Ambizione e imposizione dell’io rispetto ad un “noi”.

Se uno è diverso è fatale che sia solo. Perché, non i filosofi, ma i taglialegna e i collezionisti compongono l’ossatura della società.
La felicità e l’infelicità sono ormai questioni farmacologiche. La spiritualità ha a che fare con la montagna. Perché affannarsi in faticose scalate? Per di più, da quando si conosce la droga perfetta: perfetta per evadere dalla realtà e anche per ritornarci, senza neanche un mal di capo o una mitologia. …

Condividi :

Altri Articoli