Da qui si vede Gorgo

21 Ottobre 2017 ore 21  –  Sala Beatnik San Benedetto Po

 

Da qui si vede Gorgo – Omaggio a Umberto Bellintani.

a cura di Zero Beat | Fus.

ci trasporterà tra le opere del poeta mantovano ripercorrendo la storia di un uomo che ha segnato il Novecento con la sua arte. I suoni della natura, inseriti nella partitura dei musicisti, ci guideranno nelll’ascolto, evocando luoghi e oggetti e diventando essi stessi materiale musicale; si affiancheranno alla parola del poeta, immersa in quegli stessi paesaggi sonori del territorio basso padano.

Un universo fatto di natura, un universo fatto di infinito e piccole umili cose, il ricordo degli amici lontani o perduti, la tragedia della guerra, i frammenti della vita, si trasformano così in poesia e spettacolo.

concept: Andrea Inchierchia
drammaturgia: Diego Devincenzi
musiche originali: Andrea Inchierchia, Paola Calciolari, Diego Devincenzi, FUS
Paola Calciolari: voce, pianoforte
Cristina Moretti: voce, glockenspiel e percussioni
Alice Corideo: batteria e percussioni
Luca Lodi: ocarine, metallofoni, percussioni
Andrea Inchierchia: chitarre, percussioni, suoni ambientali
Diego Devincenzi: bassi, metallofoni, suoni ambientali
Ares Coccini Gailli: voce recitante
tecnica audio-luci: Elia Scanavini, Andrea Manicardi
video: Roberto Pavani, Matteo Codognola
grafica: Barbara Rondini

Nato a San Benedetto Po il 10 maggio 1914; terminate le scuole elementari nel 1928; nel 1932 a Monza all’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche – sezione scultura, allievo di Marino Marini; diplomato nel 1937 richiamato alle armi nel 1940; in Albania e in Grecia fra il 1941 e il 1943; prigioniero in Germania nei campi di concentramento di Dachau, Torn, Peterdorf e Górlitz, dal 1943 al 1945 e la prigionia continua.

Ho il vizio della sofferenza, di giorno alla prosa odiosa di una sega un badile, del lavoro a scuola, di notte ai versi, faccio poco, e bestemmio tantissimo. Maledico Dio molte volte al giorno, e più spesso per costringerlo a farmi del male. Nato a San Benedetto Po il 10 maggio 1914; Io, soprattutto, sono nato per vedere e udire. Spero di poter vedere e udire sempre.

Tutti i giorni, dall’argine del fiume Po poco distante da Mantova, in sella alla bicicletta, Umberto Bellintani vedeva la sua Gorgo, gorgo della realtà per l’uomo che sognava un altro destino.
Lo scultore che doveva essere, impossibilitato, modellava parole e diventava poeta.
Un universo fatto di natura, un universo fatto di infinito e piccole umili cose, il ricordo degli amici lontani o perduti, la tragedia della guerra, i frammenti della vita, divenivano poesia.



Il lavoro deve molto a Rita Bellintani, Angelo Lamberti ed Elia Malagò, in quanto l’ascolto in momenti diversi della loro personale esperienza dell’uomo e del poeta ha permesso di mettere a fuoco, per quanto possibile, la sua complessa personalità.

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