InLuce Leggermente Fuori Fuoco

Intervento di Inclusione Sociale del Teatro di Comunità

Festival In Luce. Leggermente fuori fuoco

Quattro appuntamenti di teatro sociale chiudono la programmazione del 2024

Ideata e organizzata dalla cooperativa culturale Zero Beat, la rassegna vuole essere una finestra sulle molteplici forme in cui il teatro e più in generale le arti possano incidere sulla società, promuovendo relazioni e benessere, intervenendo là dove è maggiore il rischio di marginalizzazione.
Diversi i temi trattati in questa seconda parte di cartellone, dalla storia dei servizi psichiatrici a quella dei pregiudizi legati alla disabilità, dalle paure degli adolescenti a questioni delicate e poco note come il diritto all’affettività di chi è diversamente abile. Si inizia domenica alla Sala Polivalente con “Se me lo dicevi prima”, un racconto a più voci che vede sul palco operatori e pazienti per festeggiare i 25 anni della cooperativa Ippogrifo e per celebrare la rivoluzione di Franco Basaglia nel modo in cui si guarda alla malattia mentale. Il 10 novembre è la volta di Teatro a Rotelle con “In principio era la rupe”; il gruppo, nato all’interno dell’Università degli Studi di Verona e con all’attivo già diversi spettacoli, compie in questo lavoro un excursus storico su come la disabilità è stata considerata e comunicata nelle varie epoche. Sempre alla Polivalente andrà in scena il 24 novembre “Della stessa sostanza dei sogni”, spettacolo promosso dalla cooperativa sociale Simpatria in collaborazione con Asst di Mantova e Azienda Speciale Socialis, per portare in scena, grazie a giovani utenti del Consultorio di Suzzara, i sogni e le inquietudini dei ragazzi e delle ragazze di oggi. A chiudere la rassegna sarà, sabato 14 dicembre presso la Sala Consiliare all’interno del Chiostro dei Secolari, non uno spettacolo, ma un talk su di un tema che riguarda la vita e il benessere di molte persone, spesso oggetto di reticenze e rimozione nel dibattito pubblico, il Diritto all’affettività e alla sessualità delle persone diversamente abili; ospiti Valentina Tomirotti, attivista e Caterina Di Loreto, educatrice e operatrice all’emotività, affettività e sessualità (Oeas).

Tutti gli appuntamenti saranno alle ore 18.

In un mondo ideale l’imperfezione sarebbe considerata perfetta.

In un mondo ideale chi vive uno svantaggio potrebbe interagire alla pari.

In un mondo ideale, universi e comunità che difficilmente si incontrano starebbero vicini e dialogherebbero.

Attraverso il fare teatro e uno spazio fisico reale
si intende far convergere energie, far incontrare comunità,
dare la possibilità di esprimere sensibilità, che difficilmente nel quotidiano potrebbero emergere.

Estremamente importante è, a nostro giudizio, un’attenzione particolare al gruppo, tale da instaurare da subito un clima di amicizia e di scambio, al fine favorire momenti di aggregazione e socialità tra i partecipanti, attraverso il “fare teatro” e l’utilizzo di linguaggi espressivi non esclusivamente verbali.

È teatro, quello proposto in questo ambito, con le persone e non per le persone. La volontà di fare teatro fa da sfondo ad un processo di integrazione sociale complesso, che si pone obiettivi a livello psicologico e educativo.

Non si formano nuovi attori ma si cercano e si coltivano dei luoghi migliori in cui vivere. 

L’approccio porta ad un prodotto teatrale il cui risultato è un percorso esperienziale e non di un’idea a priori. Un racconto che parte dal valorizzare i contributi di ogni partecipante.

Volontà di ZeroBeat è stata quella di creare un appuntamento a cadenza annuale presso lo Spazio Beatnik per mostrare le esperienze di Teatro Sociale e di Drammaturgia di Comunità attive nella provincia mantovana e nelle provincie limitrofe, per promuovere l’integrazione e il dialogo tra generazioni e lo spirito di solidarietà affinché un mondo ideale possa concretizzarsi.