Benvenuti è uno spettacolo di video-teatro.
Torna il tema della memoria nella nuova produzione di Zero Beat, che in questo tempo di uomini che affrontano il mare nella speranza di salvezza nei paesi d’Europa, porta in scena un episodio dimenticato.
Il 1979 è un «anno balordo», scrive Lietta Tornabuoni, ma anche l’anno della «gran campagna generosa a favore dei profughi vietnamiti». La tragica fuga dal Vietnam di migliaia di persone, su fragili barche buttate nell’Oceano o attraverso i confini a piedi, scuote l’opinione pubblica italiana proprio mentre ci si preoccupa del riscaldamento e del prezzo della benzina, dell’inflazione, mentre la disoccupazione cresce, come crescono anche gli attentati nelle strade, i tossicodipendenti e gli emuli di John Travolta.
Dopo mesi di tentennamenti, il Governo italiano decide di agire: accoglierà alcuni profughi stremati nei campi della Cambogia, della Thailandia, della Malesia, di Singapore e Hong Kong, ma, soprattutto, invia nel Mar della Cina tre navi della Marina Militare a salvare quasi mille persone che rischiano la vita in mare.
Una storia ‘buona’. Una storia di accoglienza positiva, che noi di Zero Beat non conoscevamo.
Una storia ‘buona’ per una operazione teatrale legata alla memoria. Così sono iniziate le letture e le ricerche in rete, l’indagine negli archivi dei quotidiani e i periodici del tempo, gli interventi dei parlamentari nelle aule di Montecitorio e Palazzo Madama, le testimonianze dirette di profughi vietnamiti e loro figli, dei marinai in missione in mari lontani, di medici e volontari dei campi di raccolta o semplici cittadini. La ricerca di eventuali testimoni, nelle zone a noi vicine, e poi i viaggi ad Asolo, Cesenatico, i contatti e le telefonate.
Per ricostruire la vicenda, interessati a indagare sugli atteggiamenti e la sensibilità degli italiani di quarant’anni fa. Da qui l’idea della produzione teatrale cui abbiamo dato il titolo Benvenuti.
Una ‘buona’ storia. Che abbiamo deciso di narrare con le armi del nostro teatro: le videoproiezioni che con contributi dagli anni ’70 accompagneranno il pubblico nel clima di quell’epoca, la scena su più livelli, una drammaturgia costellata di salti di registro, dal documentaristico al grottesco, cinque attori a rappresentare molteplici personaggi, un musicista in palcoscenico.