Produzioni teatrali

Corpo, musica, video.

Il teatro di Zero Beat è un percorso collettivo che attraversa i diversi linguaggi espressivi e li cristallizza nella visione, nell’attimo in cui il pensiero genera l’immagine e la trasforma in azione.

Le produzioni germinano così tra il lavoro di chi scrive, chi ascolta e racconta suggestioni, chi osserva e raccoglie attraverso una videocamera, chi decide di mettere in scena se stesso.

Zero Beat contamina linguaggi e ricerca percorsi di interazione tra forme espressive differenti: il lavoro sul corpo e sulle azioni fisiche, la relazione con la creazione ritmica e sonoro-musicale, l’interazione con l’audiovisivo, in un gioco che si snoda sull’equilibrio e lo scambio tra l’azione scenica dell’attore – corpo presente – il lavoro evocativo del musicista e quello virtuale del videomaker; un gioco di rimandi che lascia aperte le possibilità, ancora una volta – del sentire – attraverso lo sguardo dello spettatore.

I percorsi di Zero Beat possono svilupparsi secondo diverse modalità:


  • Eventi spettacolari e performance itineranti dedicate a particolari tematiche,

ovvero produzioni create per una committenza specifica; in questo caso gli spettacoli si contraddistinguono per il loro carattere multidisciplinare e complesso, molto spesso itinerante: è il caso di performance studiate per specifici luoghi e spazi non teatrali (centri urbani, palazzi storici, chiostri, parchi naturali, musei tematici, parchi golenali) generalmente con uno sviluppo della narrazione a quadri, in cui è preponderante l’aspetto evocativo, con una forte componente simbolica e visionaria.

Si tratta di spettacoli in cui spesso il pubblico viene accompagnato e guidato in un percorso di scoperta dei luoghi adibiti alle performance, solitamente a stazioni, con l’obiettivo di aprire nuove modalità di conoscenza e fruizione del patrimonio culturale o ambientale. Le modalità utilizzate spaziano dalle tecniche di teatro di strada, alla danza, al video, al teatro di figura, alla body e land art.  Appartengono a questo ambito alcune grandi produzioni come Hidrophilos, Fitzcarraldo, La notte di Gorni, e quelle appositamente create per le passate edizioni del Festival di Teatro Urbano di Mantova: Anima.Li, Artaud el brujo, Tarot.

  • Reading multidisciplinari e sensoriali per biblioteche e spazi non teatrali;

    si tratta di performance dedicate, in cui alla modalità della lettura si accompagna la musica dal vivo e in particolare il coinvolgimento sensoriale del pubblico, solitamente accolto in una dimensione rituale, racchiusa e protetta. Si tratta di eventi tematici generalmente pensati per un numero limitato di spettatori, ove è forte la presenza di stimoli sensoriali olfattivi, tattili, uditivi, in cui può essere presente il rito della condivisione  del cibo e del dono. Ne fanno parte performance come Non può bastarmi questo lembo di terra, dedicato ai viaggi in Asia di Tiziano Terzani, e  Filo filos, dedicato ai racconti e alle suggestioni di alcuni scrittori della pianura .

  • Il Teatro della memoria:

    appartengono a questo filone gli spettacoli e le performance più fortemente incentrati su alcuni aspetti, eventi e figure della storia. Si tratta di produzioni nate per commemorare e riportare alla luce tematiche e personaggi dimenticati, per indagare aspetti particolari della memoria storica o di un territorio, o problematiche e conflitti ai margini e temi di rilevanza etica. In questi spettacoli il versante della narrazione è indubbiamente più lineare rispetto ai grandi eventi a percorso itinerante, e maggiore importanza acquista il lavoro dell’attore e la dimensione recitativa. Tra queste produzioni: il ciclo di Ero, dedicato alla memoria di importanti figure della storia  del ‘900 ( lo scultore Giuseppe Gorni, l’editore Arnoldo Mondadori, il giornalista e uomo politico Enrico Ferri, il politico anarchico Camillo Berneri, il soldato mantovano di Quingentole Otello Furio), e lo spettacolo Cara la pelle, ispirato ai conflitti di Bosnia e Cecenia.

  • Il Teatro di comunità:

    si tratta di produzioni complesse frutto di un articolato percorso di durata medio – lunga, generalmente laboratoriale, che coinvolge persone, gruppi e comunità, anche in condizione di svantaggio. Può essere condotta in partnership con diversi altri soggetti e ha come finalità la promozione del benessere relazionale e  comunicativo, utilizzando in modo integrato strumenti e linguaggi dell’area performativa e dell’area psicosociale. Un’esperienza di “laboratorio di teatro” che sfocia nella produzione di uno spettacolo, nella dimensione di un teatro sociale che si differenzia rispetto all’approccio classico del “teatro scuola” in quanto necessariamente e maggiormente legato alle istituzioni territoriali socio-educative e ad un’integrazione di competenze psico-sociali riguardanti le dinamiche evolutive, la dimensione del disagio e della disabilità. Si tratta di produzioni in cui il lavoro di scrittura dei testi e l’elaborazione della drammaturgia e delle azioni sceniche segue un iter di confronto continuo, di scambio e di condivisione collettivi a molteplici livelli.